mercoledì 25 marzo 2009

Bullismo: la scuola come un ring



Emergenza educativa: il concetto è forse troppo abusato ma non ne viene in mente un altro per definire quel che sta accadendo a Olbia. E non in una scuola sgarrupata di un quartiere ghetto ma in un normale istituto del quartiere residenziale della città, inserito tra belle ville con parco ed eleganti complessi residenziali. Una scuola senza nome, come quasi tutte nella città che detiene il poco invidiabile record della dispersione scolastica. Si chiamano col nome delle vie, via Veronese, nel caso specifico, succursale della storica Ettore Pais. In via Veronese per due notti di seguito, per la quarta volta in pochi mesi, è accaduto quel che in una scuola non dovrebbe accadere mai: un paio di sventurati bulletti ha imposto la legge del più prepotente. Semplicemente aprendo una pompa e rendendo inagibile l’edificio. Mercoledì notte una telecamera li aveva ripresi, con un cappuccio sul viso, l’atteggiamento spavaldo. Ieri diversi ragazzi sono stati sentiti a lungo, accompagnati dai loro genitori. Per tutta risposta giovedì i bulli sono tornati all’opera e questa volta sono riusciti a non farsi riprendere. Sono partite le contromisure: indagini più serrate dei carabinieri (che potrebbero aver già identificato almeno uno dei responsabili), nuovi sistemi di vigilanza, ronde notturne di barracelli e volontari. Tutte utili. Ma ciò che è davvero indispensabile riguarda gli educatori, genitori e insegnanti, con il difficile compito di recuperare la scuola come palestra delle idee e non come ring per imporre la legge del più stupido.


UNIONE SARDA.it


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