venerdì 2 maggio 2014
mercoledì 16 aprile 2014
martedì 18 marzo 2014
MARCOVALERIO CERVELLINI da FB ci in forma che:
Il maggiore Giorgio Istrali dei Carabinieri di Rovigo è tornato tra i banchi di scuola a parlare ai ragazzi delle scuole medie di bullismo e di tutte le sue deviazioni. Gli incontri che l’istituto comprensivo di Villadose sta organizzando sono a stretto contatto con le forze dell’ordine. L’ultimo episodio alla ribalta della cronaca risale a poco più di un mese fa: una quattordicenne padovana si è gettata dal tetto di un albergo abbandonato. Dietro il terribile gesto uno stato di profonda prostrazione, aggravato dagli insulti e dagli incoraggiamenti a chiudere con la vita che la ragazzina aveva ricevuto sui social network famosi tra gli adolescenti. La Procura di Padova ha aperto un'inchiesta per istigazione al suicidio. Intanto gli adulti s'interrogano sui nuovi orchi che si annidano dietro gli schermi di computer e cellulari: chi sono? E, soprattutto, come annullarne le potenzialità distruttive?E' dimostrato che la scuola è l'ambiente dove più facilmente si originano o addirittura si verificano i casi di violenza fisica o psicologica che hanno per protagonisti i ragazzi, sia come vittime che come aggressori, e per mezzo principale la rete. Perciò la scuola deve occupare la prima linea sul fronte dell'azione di prevenzione.Anche sull'onda di vari episodi che lo hanno recentemente riguardato, l'Ic di Villadose si sta impegnando per educare i propri alunni all'uso consapevole e responsabile della tecnologia telematica. A tal fine si fa coadiuvare dai rappresentanti delle forze dell'ordine, che intervengono nei plessi e spiegano ai ragazzi quali sono i pericoli della rete e come neutralizzarli.In questi giorni è toccato alla scuola media “Dante Alighieri” di San Martino ospitare l'intervento del comandante della compagnia dei carabinieri di Rovigo, il maggiore Giorgio Istrali, che ha trattato diffusamente l'argomento.
Egli è partito dall'identikit del bullo tradizionale, attivo nello spazio fisico, per passare poi a definire i contorni del cyber-bullo e di altre squallide figure che agiscono protette dall'anonimato della rete: estorsori, frodatori informatici, hacker e pedofili. Ha insistito soprattutto su come non cadere nella loro trappola: nel caso del bullo, cyber e non, chiedendo aiuto agli adulti, esprimendo apertamente la propria disapprovazione, rifiutando di prendere parte alle sue azioni e includendo la vittima nel proprio gruppo, allo scopo di proteggerla; negli altri casi dotandosi di un buon antivirus, difendendo con cura la privacy e l'intimità e, in generale, adoperando il buonsenso nella navigazione. Il maggiore Istrali ha anche smentito alcuni luoghi comuni: per esempio che il bullismo sia una ragazzata e che faccia parte della crescita o, addirittura, che la colpa sia delle vittime, incapaci di difendersi. Invece è un reato, punito anche con pene severe e pesanti risarcimenti, a seconda dei danni provocati alla vittima.
Questa grave ripercussione sull'esistenza propria e dei genitori di trasgressori minorenni ha profondamente colpito i ragazzi, che hanno rivolto domande di chiarimento.
Il maggiore Giorgio Istrali dei Carabinieri di Rovigo è tornato tra i banchi di scuola a parlare ai ragazzi delle scuole medie di bullismo e di tutte le sue deviazioni. Gli incontri che l’istituto comprensivo di Villadose sta organizzando sono a stretto contatto con le forze dell’ordine. L’ultimo episodio alla ribalta della cronaca risale a poco più di un mese fa: una quattordicenne padovana si è gettata dal tetto di un albergo abbandonato. Dietro il terribile gesto uno stato di profonda prostrazione, aggravato dagli insulti e dagli incoraggiamenti a chiudere con la vita che la ragazzina aveva ricevuto sui social network famosi tra gli adolescenti. La Procura di Padova ha aperto un'inchiesta per istigazione al suicidio. Intanto gli adulti s'interrogano sui nuovi orchi che si annidano dietro gli schermi di computer e cellulari: chi sono? E, soprattutto, come annullarne le potenzialità distruttive?E' dimostrato che la scuola è l'ambiente dove più facilmente si originano o addirittura si verificano i casi di violenza fisica o psicologica che hanno per protagonisti i ragazzi, sia come vittime che come aggressori, e per mezzo principale la rete. Perciò la scuola deve occupare la prima linea sul fronte dell'azione di prevenzione.Anche sull'onda di vari episodi che lo hanno recentemente riguardato, l'Ic di Villadose si sta impegnando per educare i propri alunni all'uso consapevole e responsabile della tecnologia telematica. A tal fine si fa coadiuvare dai rappresentanti delle forze dell'ordine, che intervengono nei plessi e spiegano ai ragazzi quali sono i pericoli della rete e come neutralizzarli.In questi giorni è toccato alla scuola media “Dante Alighieri” di San Martino ospitare l'intervento del comandante della compagnia dei carabinieri di Rovigo, il maggiore Giorgio Istrali, che ha trattato diffusamente l'argomento.
Egli è partito dall'identikit del bullo tradizionale, attivo nello spazio fisico, per passare poi a definire i contorni del cyber-bullo e di altre squallide figure che agiscono protette dall'anonimato della rete: estorsori, frodatori informatici, hacker e pedofili. Ha insistito soprattutto su come non cadere nella loro trappola: nel caso del bullo, cyber e non, chiedendo aiuto agli adulti, esprimendo apertamente la propria disapprovazione, rifiutando di prendere parte alle sue azioni e includendo la vittima nel proprio gruppo, allo scopo di proteggerla; negli altri casi dotandosi di un buon antivirus, difendendo con cura la privacy e l'intimità e, in generale, adoperando il buonsenso nella navigazione. Il maggiore Istrali ha anche smentito alcuni luoghi comuni: per esempio che il bullismo sia una ragazzata e che faccia parte della crescita o, addirittura, che la colpa sia delle vittime, incapaci di difendersi. Invece è un reato, punito anche con pene severe e pesanti risarcimenti, a seconda dei danni provocati alla vittima.
Questa grave ripercussione sull'esistenza propria e dei genitori di trasgressori minorenni ha profondamente colpito i ragazzi, che hanno rivolto domande di chiarimento.
domenica 16 marzo 2014
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il ritorno sul blog di Eva Bogani, esperta in cyber-bullismo
La dott.ssa Eva Bogani si invia un suo articolo sulla panoramica del Bullismo e sulle sue molteplici sfaccettature.
.
.
IL BULLISMO REALTA' DIFFUSA
Il Bullismo è una realtà molto
diffusa ma, per certi aspetti, poco conosciuta o addirittura in molti casi
sottovalutata. Come professionista che lavora a stretto contatto con gli
adolescenti mi è capitato di affrontare la questione nelle diversi classi della
scuola secondaria di primo grado e il quadro, almeno così a livello informale,
che ne viene fuori dai racconti diretti è, da un lato la profonda conoscenza
teorica del fenomeno, declinato nelle diverse forme che assume, dall'altro però
la mancata consapevolezza di cosa significhi veramente nella vita reale. E'
come se da un lato i ragazzi sapessero e avessero fatto propria la parola
bullismo ma dall'altro, quando ne rimangono vittima, anche in maniera isolata o
indiretta, tendono a sottovalutare il problema o addirittura lo tengono
nascosto.
Il Bullismo[1] è un atto
di abuso che viene perpetrato in modo sistematico dai/lle ragazzi/e che,
rendendosi autori di prepotenze, apportano un danno/i a compagni di scuola o
non; infatti gli atti di Bullismo non solo possono verificarsi all'interno del
sistema scolastico ma, si possono esplicare, anche in tutti quei luoghi di
aggregazione che sono frequentati da ragazzi/e.
Il bullo, cioè che commette
l'atto di prepotenza, difficilmente agisce da solo, o meglio, ha bisogno di un
“pubblico” , che, pur assistendo in maniera diretta a tale prepotenza lascia
che il gesto venga compiuto lo stesso.
Con il progredire della
tecnologia e la nascita di applicazioni direttamente connesse con il mondo del
virtuale, il fenomeno del bullismo si è tradotto nel mondo del web dando vita
al cyberbullismo, che, proprio a causa molte volte dell'anonimato dei bulli,
può avere effetti ancora più devastanti fra le vittime.
In generale si posso avere
diverse tipologie di bullismo[2]:
-
Bullismo individuale, in cui il il bullo è unico
attore del suo gesto.
-
Bullismo di gruppo, in cui si hanno due o più
bulli che agiscono insieme.
-
Bullismo relazionale, in cui esiste un gruppo
che viene usato dal bullo come strumento per attaccare la vittima.
Inoltre il bullismo può essere
classificato anche in base alle prepotenze che vengono messe in atto e allora
abbiamo[3]:
-
Prepotenze dirette, cioè molestie esplicative,
in cui il bullo può metter in atto comportamenti fisici, come spintoni, calci,
schiaffi, oppure atti di furto e di danneggiamenti di beni personali della
vittima, ancora può prendere in giro la sua vittima, può denigrarla e infine
può arrivare a minacce ed estorsioni.
-
Prepotenze indirette, o molestie nascoste, in
cui il/i bullo/i mettono in giro storie non vere ai danni di un/a compagno/a di
classe, oppure possono arrivare ad escludere un/a compagno/a di classe da
attività comuni.
-
Cyberbullismo, cioè le molestie attuate con
strumenti tecnologici, in cui il/i bullo/i inviano mail o sms con connotazione
offensiva e/o minaccia, possono diffondere messaggi falsi sulla propria
vittima, possono pubblicare filmati o foto che ritraggono la vittima mentre sta
subendo prepotenze oi mentre sta facendo qualcosa di imbarazzante o di strettamente
intimo e personale.
Il fenomeno del Bullismo ha una
connotazione così ampia che viene svolto quasi ogni anno un sondaggio su questo
e altri temi che interessano il mondo dell'infanzia e dell'adolescenza[4]; in tale
rapporto si può ben capire come tale fenomeno sia una realtà consolidata nella
vita dei raggazzie delle ragazze,
infatti i bambini e ragazzi intervistati riportano, in un quarto dei casi, che
più volte durante l'ultimo anno sono rimasti vittime di prevaricazioni, prese
in giro mentre, e fortunatamente, gli atti fisici di bullismo, pur gravi che
siano, sono stati minori rispetto algli altri sopracitati.
Il dato più evidente che emerge
dalla ricerca è quello legato alla falsa diffusione di notizie, come forma di
bullismo, seguito da atti di esclusione e isolamento dal proprio gruppo di pari[5].
Vista la grande diffusione e
complessità del fenomeno la parola d'ordine deve essere prevenzione, infatti la
migliore strategia di intervento sembra proprio risiede in questa parola,
perchè non solo si deve intervenire tramite la prevenzione direttamente sul
bullo e suoi suoi “complici” ma anche e soprattutto pianificare interveniti di
tipo educativo-relazionale anche sull'interno gruppo di pari, sopratutto se il
fenomeno si esplica all'interno del mondo scuola, che proprio a causa della sua
organizzazione può essere maggiormente controllato[6].
Il bullismo può comunque
sfociare in vere e proprio forme di reato, molto gravi, che possono andare
dalle aggressioni fisiche violente, uso di oggetti o armi, alle molestie e
abusi che non possono essere classificati come bullismo proprio a causa della
natura violenta dei comportamenti messi in atto dal bullo[7]. Oggi le
“vittime di bullismo” sono considerate delle proprie vittime di reato, tanto
che i danni che possono subire sono talmente gravi che possono aver diritto a
un risarcimento. Il fenomeno del bullismo dovrebbe essere combattuto con una
massiccia compagna di sensibilizzazione che veda coinvolti già i bambini della
scuola d'infanzia, facendo conoscere loro non solo i diversi aspetti del
bullismo, ma anche le conseguenze, non solo sulle vittime ,ma a che a livello
legale[8].
[1] Tavolo sul Bullismo per la provincia di
Milano (a cura del), Bullismo e prepotenze che fare? Un Vademecum per le
scuole, reperibile in internet all'indirizzo
http://www.stopalbullismo.it/vade08.pdf
[2] In Ibidem.
[3] In Ibidem.
[4] EURISPES, Rapporto Nazionale sulla
Condizione dell'Infanzia e dell'Adolescenza, reperibile in internet
all'indirizzo http://www.eurispes.eu/content/rapporto-nazionale-sulla-condizione-dell’infanzia-e-dell’adolescenza
[5] In Ibidem.
[6] Tavolo sul Bullismo per la provincia di
Milano (a cura del), Bullismo e prepotenze che fare? Un Vademecum per le
scuole, reperibile in internet all'indirizzo
http://www.stopalbullismo.it/vade08.pdf
[7] In Ibidem.
[8] Redazione sociale di Informagiovani-Italia
(a cura della), Il Bullismo è un reato, denunciate penalmente e civilmente i
bulli. Agite in giudizio contro i bulli, le loro famiglie e la scuola. Ottenere
il risarcimento del danno ed una giusta rivincita. Reperibile in internet
all'indirizzo http://www.informagiovani-italia.com/bullismo_reato.htm
martedì 11 marzo 2014
LIVORNO 13 MARZO Un incontro per capire i rischi del cyber-bullismo
Marcovalerio Cervellini ha scritto su FB
Si parlerà di cyber-bullismo giovedì 13 marzo alle ore 8.30 – 13.00 al Teatro Quattro Mori (Pietro Tacca 16, Livorno) nel corso dell’incontro “Internet@minori@adulti. La tutela dei minori con azioni informative indirizzate a studenti, insegnanti, genitori e nonni sull’uso appropriato di Internet”, promosso dal Comitato per le Comunicazioni della Regione Toscana (CO.RE.COM.), del Laboratorio di Ricerca Sociale “Informazione e Comunicazione” dell’Università di Pisa e della Fondazione Livorno Euro Mediterranea. Le notizie di cronaca degli ultimi mesi documentano infatti l’allarme per il cyber-bullismo, forse la più evidente e pervasiva delle situazioni di pericolo che i nostri teenager e le famiglie, loro malgrado, rischiano di subire, con le conseguenti sofferenze e frustrazioni di fronte a violenze e prevaricazioni compiute online che non sanno bene contrastare. Di cyber-bullismo e altri pericoli emergenti su internet (isolamento, esposizione a materiale pedopornografico, hate group, ovvero, letteralmente, “gruppi di odio”, siti e chat pro anoressia o bulimia, suicidio, autolesionismo, grooming, dispersione cognitiva, virtualità affettiva, etc.) si discuterà quindi giovedì mattina al Teatro Quattro Mori, insieme a studenti e insegnanti delle scuole superiori della città e della provincia di Livorno. Preparato nei colloqui avuti nelle classi nei mesi precedenti, l’incontro è aperto da Rita Franchi, responsabile del Coordinamento delle Relazioni Internazionali della Fondazione L.E.M. dai saluti delle Autorità Istituzionali, Carla Roncaglia, assessore allo Sviluppo della persona, Politiche educative e scolastiche del Comune di Livorno, Massimo Gulì, assessore all’Ambiente del Comune di Livorno, Fausto Bonsignori, vice Presidente e assessore allo Cultura, Istruzione, Sport della Provincia di Livorno, e dall’intervento di Luigi Sebastiani, Provveditore agli Studi di Livorno, Pisa e Grosseto. Seguono la presentazione del progetto informativo, attuato sul territorio regionale, da parte di Sandro Vannini, Presidente del CO.RE.COM, e la descrizione dell’esperienze livornese, su cui si soffermerà Massimo Ampola, direttore del Laboratorio di Ricerca Sociale e Professore dell’Università di Pisa. Il collaboratore, Luca Corchia, illustrerà il contenuto del “Vademecum: Internet@minori@adulti”, un documento che contiene informazioni utili per capire i pericoli della rete per i più giovani e cercare di porvi rimedio. Sul tema dei diritti di difesa dei minori sono previsti gli interventi di Giovanni Vaglio, Responsabile Formazione della Fondazione Euro Mediterranea e Direttore Fondazione Scuola Forense Alto Tirreno, e di Massimo Montuori, Ispettore della Polizia Postale e delle Comunicazioni Toscana – Sezione di Livorno, la cui esperienza sarà certamente motivo di grande interesse per il pubblico. A questo punto, i protagonisti della mattinata diventano gli studenti che racconteranno le attività di lavoro-studio scolastico svolte sul tema e le loro personali riflessioni. L’incontro è preceduto dai “messaggi sonori” e concluso dal concerto degli studenti dell’ISIS “Niccolini – Palli” di Livorno, con l’abile direzione del Professore Daniele Salvini. L’iniziativa è aperta a tutta la cittadinanza perché nessuno può dirsi estraneo ai nuovi problemi della “rete” e ciascuno può aiutare a risolverli, se informato in modo adeguato.L'intero programma qui http://www.gonews.it/2014/un-incontro-per-capire-i-rischi-del-cyber-bullismo/#.Ux7tgj95PIw
venerdì 7 marzo 2014
CONSEGUENZE GIURIDICHE
Il nostro osservatorio ha iniziato una collaborazione con Marlis Molinari, Avvocato del foro di Roma e Criminologa per ampliare quella ch erisulta essere la visione degli atti di bullismo a 360 gradi.
Introdurremmo così in ogni nuova noitiza sui fatti di bullismo riportati dalla cronaca, un paragrafo dal titolo
"conseguenze giuridiche" .
E' giusto infati che i lettori del blog possano anche conoscere quali siano i reati configurabili nei loro atti.
Certa che possa essere di vostro gradimento ecco il primo caso esaminato:
Introdurremmo così in ogni nuova noitiza sui fatti di bullismo riportati dalla cronaca, un paragrafo dal titolo
"conseguenze giuridiche" .
E' giusto infati che i lettori del blog possano anche conoscere quali siano i reati configurabili nei loro atti.
Certa che possa essere di vostro gradimento ecco il primo caso esaminato:
La
violenza di Bollate e le nuove frontiere del cyberbulling
Nei
primi giorni di febbraio 2014 si verificato a Bollate, l'ennesimo fenomeno di
violenza commesso da una minore (quindici anni circa) nei confronti di una sua
coetanea, che ha richiamato l'attenzione
dell'opinione pubblica sul dilagante problema delle nuove generazioni: il
bullismo.
Il fatto:
si verifica una discussione tra due ragazze, Giovanna e Sarah, a ridosso di un
cancello, in uno spazio pressochè anonimo, ma non sono sole; le circonda uno stuolo di coetanei -più o meno-,
all'incirca una ventina ed uno/a di loro sente l'esigenza di riprendere la
scena con il cellulare.
Il
video di una folla disposta in cerchio attorno a queste due ragazze -per i
fatti che diremo tra breve- diventato subito virale.
La
discussione tra le due ragazze si rivela immediatamente dai toni accesi, ma si
intuisce, anche a causa della ripresa, che qualcosa deve succedere; e poi in
sottofondo uno degli spettatori sembra incitare, sembra quasi che si aspetti di
più. E qualcosa d'altro non tarda ad arrivare: Giovanna, da subito rivelatasi
più aggressiva sia nel linguaggio che nella gestualità inizia a brandire colpi
nei confronti di quella che ritiene essere la sua avversaria, o piuttosto la
sua vittima; partono i calci. Sarah cerca di allontanarsi e Giovanna -incitata
da alcuni del branco che le urlano: “vai così cattiva” la insegue e l'afferra
per i capelli, alzandola e ributtandola a terra, fino ad assestarle un ultimo
decisivo calcio alla base del collo.
Il
gruppo per tutta la durata del video, all'incirca quattro minuti, non
interviene minimamente, se non per instillare poche significative parole, che
accendono e alimentano la miccia. Solo alla fine ci sarà una componente del
gruppo che prenderà alle spalle Giovanna, nel tentativo di fermarla e
trascinarla via e un'altra porgerà una mano a Sarah unicamente per rialzarsi.
L'apparente esclusione
sociale di Giovanna - Questo
episodio, immortalato da un video diffuso
sia su Ask.fm -social network riservato agli adolescenti- sia su
Facebook ha scatenato una nuova forma di
bullismo, questa volta indiretto, attraverso lo strumento telematico.
Giovanna,
la bulla, colei che dal vivo, con la propria condotta aggressiva, era riuscita
ad ottenere tramite il silenzio la partecipazione emotiva alle violenze che
stava commettendo ai danni di Sarah, si è ritrovata, invece, on line al centro
di una vera e propria aggressione mediatica, caratterizzata sia da un vero e
proprio isolamento mediatico, sia da una
serie di commenti e offese sul suo profilo, tanto da costringere gli
amministratori di Facebook ad oscurare la sua pagina personale.
Ma
Giovanna, tentando di ribellarsi al suo nuovo ruolo di vittima, finisce con l'adottare anche in
questo caso un comportamento aggressivo e strafottente, alla ricerca delle
stesse emozioni vissute al momento dell'aggressione, o forse solamente la
medesima affermazione sociale e partecipazione ai propri vissuti: il 10
febbraio apre un nuovo profilo all'insegna della provocazione, anche nel nome (Fottesega aggiungimi). Il suo primo
post: “Mi avevano chiuso l'account con
20.000 followers. Questo quello nuovo”. Purtroppo la pioggia di insulti al
suo indirizzo non si placa. In questo account confluiscono il maggior numero,
analogamente a quanto era successo per il precedente, di offese, con solo
qualche sporadico commento che invita gli
altri ad abbassare i toni. L'attivazione di un nuovo profilo per Giovanna ha segnato un passaggio fondamentale
nella trasformazione del suo ruolo:, una rissa, una aggressione fisica -vista
come suprema espressione del bullismo diretto-, si è trasformata in bullismo
indiretto, la forma più subdola, sia per lo strumento attraverso il quale viene
attuato -il mezzo telematico, la rete-, sia perché l'offesa proviene da estranei,
da persone per lo più sconosciute e peraltro in numero elevatissimo: le persone che hanno dichiarato (dati
ufficiali di Facebook) di seguire la pagina sono, infatti, ben 7.297.
A
tutte le offese Giovanna risponde con l'apertura di un secondo profilo in cui
dichiara apertamente le proprie intenzioni: “Se pensano di farmi cambiare opinione non hanno capito un c.....”.
Ed ancora: “Ed ecco altre mie foto,
volete modificarle credendo di offedermi e condividerle in giro? Beh allora vi
sbagliate perchè a me non fa che piacere, ecco prendete queste e continuate a
farmi famosa”. Ed i followers, malgrado la pioggia di insulti, anche in
questo caso, sono ben 8.499.
Ma
nel caso specifico non vi è stata solo un'inversione di ruoli unicamente per
quanto riguarda la c.d. bulla, ma anche della vittima, Sarah. Quest'ultima, sulla sua pagina
ufficiale Facebook, che conta la bellezza di 27.639 persone che seguono gli
aggiornamenti della pagina e del profilo, chiede solo silenzio; ma molti sono i profili fake nati, per così
dire, nel suo interesse e non gestiti né autorizzati da Sarah, contrariamente a
quanto accade per Giovanna.
I
profili con il nome di Sarah vengono
strumentalizzati da terzi per
continuare a vessare la presunta bulla, ricordandole continuamente il suo
atteggiamento sbagliato, come nel seguente caso: “Cosa pensate della Giovii? Commentate”; “E' una
merda lei e tutti gli altri (non definiamoli persone) che hanno filmato il
tutto senza intervenire”; “ Simpatica ogni tanto e stronza abbastanza d'
ammazzarti di botte”.
Anche
la vittima, quindi, sembra aver assunto il ruolo di aggressore, seppure non per
sua volontà. E la finalità educativa della rielaborazione che si vorrebbe
provocare in Giovanna viene continuamente svilita con il fango delle offese e
degli insulti.
Ma
quali sono i risvolti che questo tipo di condotte hanno sui nostri giovani? E
soprattutto come vengono qualificate giuridicamente? Gli autori sono passibili
di pena?
Risvolti
criminologici e vittimologici - Per rispondere
al primo quesito dobbiamo sottolineare che criminologicamente parlando si è
assistito alla realizzazione di due condotte opposte, che vede il medesimo
soggetto da un lato come carnefice dall'altro come vittima. Nell'evento
iniziale, l'alterco verbale e l'aggressione, Giovanna ha avuto il ruolo di
aggressore nella nota forma del bullismo diretto (in tale ambito, per
interpretazione unanime, rientrano tutte
le prepotenze osservabili, ovvero azioni e comportamenti aggressivi che possono
essere fisici, oppure verbali e/o emotivi), attuando tuttavia le tecniche
tipiche del bullismo femminile, volendo arrivare, mediante la ripresa con il
cellulare dell'aggressione, a distruggerne l'immagine esteriore ed interiore.
Ciò con il chiaro intento di escludere la vittima, attraverso la rappresentazione
di un evento iniziale (del tutto casuale e scelto praticamente random), e
spesso non rispondente neppure al vero, ad escludere la vittima dal gruppo dei
pari; si tende quindi a realizzare un vero e proprio ostracismo.
Ma
la condotta di Giovanna, e soprattutto la reazione della comunità che lei
stessa aveva inteso invocare per galvanizzarsi, l'ha trasformata nella vittima
perfetta per la più subdola delle espressioni del bullismo, quella del
cyberbullying. In questo caso, la vittima prescelta, Giovanna appunto,
attraverso il mezzo telematico, è stata oggetto di offese, derisioni, insulti,
da una moltitudine di individui estranei e sconosciuti, che, soprattutto, non
facevano parte della sua sfera di amicizie “reali”. E tutto ciò per metterla alla berlina, ma con
la stessa finalità di esclusione dal contesto sociale che ella (Giovanna) aveva
voluto attuare nei confronti di Sarah.
Le
prese in giro, sia sul fisico, che sul carattere e sul modo di vestire della
malcapitata, in questo caso Giovanna,
sono state esercitate sia per puro divertimento, sia per “togliersi di
mezzo” una persona percepita come scomoda e indesiderata. Avendo percepito
quali siano i punti deboli della vittima, il gruppo ha infierito maggiormente
su di essi per ledere la sua autostima. Non è necessario rimarcare quanto
queste azioni possano influire negativamente sull’aspetto psicologico della
perseguitata; prima a risentirne è la sicurezza, l’immagine che si ha di sé,
l’approccio con gli altri. Chi
è più debole, infatti, può arrivare ad autoescludersi anche in altri rapporti
sociali, per mancanza di accettazione, per insicurezza, per vergogna, per
timore di ulteriori parole ostili. Il
lato peggiore del bullismo al
femminile consiste nel suo lato prettamente indiretto, psicologico, subdolo.
Conseguenze giuridiche -
Giovanna, nella qualità di soggetto agente, bullizzante, nei riguardi di
Sarah, ha realizzato una serie di
condotte penalmente rilevanti: percosse (in base all'art. 581 c.p.) e/ o
lesioni (artt. 582 ss. c.p.) a seconda della certificazione medica che Sarah
potrà produrre; ma anche di diffamazione (art. 595 c.p.), dal momento che
l'aggressione è avvenuta per screditare la sua credibilità agli occhi di una
serie di persone ed è stata poi ripresa con un cellulare per essere
successivamente diffusa in rete.
Il
processo penale può portare all'applicazione di una pena pecuniaria o altre
sanzioni, quali attività socialmente utili; ma forse in un caso così
particolare sarebbe più opportuno anche valutare la possibilità di ricorrere
all'istituto della mediazione penale minorile.
La
stessa rilevanza penale non viene tuttavia riconosciuta ai fenomeni di cui è
stata vittima Giovanna. In primo luogo a causa della molteplicità dei soggetti
coinvolti nella veste di aggressori; secondariamente perchè al di là delle
ingiurie, il fatto non ha alcuna rilevanza penale, pur essendo particolarmente
offensivo e pervasivo. L'aggressore, il vessante, il persecutore non può essere
punito perchè è il primo a non
comprendere il disvalore sociale di quanto realizzato; tanto più come nel caso di specie, in cui
cioè attraverso un comportamento ostracistico si tenta di inculcare un'etica e
dei valori. Ciò porta a sminuire il fenomeno nella sua gravità e nella sua
pervasività, a tutto discapito della vita sociale del soggetto che, in questo caso, da abusante è divenuto
abusato. Giovanna infatti tenta inconsciamente di difendersi ostentando sicurezza, ma in realtà non riceve adeguato
supporto e sostegno e rimane da sola a lottare con il suo problema. La realtà
che è al di fuori, non comprendendo l'entità del problema non riesce a fornire
un valido aiuto e supporto.
Marlis Molinari
Avvocato del Foro di Roma
Criminologo
martedì 4 marzo 2014
Anche i genitori fanno i BULLI davanti a scuola!
Roma: ieri 3 marzo, davanti ad una scuola media romana un episodio a dir poco increscioso e diseducativo! Dei genitori di una vittima di bullismo da parte di una coetanea si sono recati a scuola per denunciare l'accaduto, e fin qui tutto nella norma, solo che hanno incontrato la bulla con i suoi genitori e questi "adulti" hanno iniziato ad offendersi e minacciarsi tra loro, facendo cosí scoppiare una rissa!!!
L'esempio d'altronde si da con i fatti!!!
Fonte TGCOM24
L'esempio d'altronde si da con i fatti!!!
Fonte TGCOM24
giovedì 27 febbraio 2014
Una bambina di otto anni è morta a Johannesburg dopo essere stata presa a calci e picchiata da tre bambini durante l’orario scolastico. Lebohang Makala il giorno di San Valentino era tornata a casa da scuola visibilmente dolorante e con le gambe gonfie. Aveva detto a sua madre che tre ragazzini della sua scuola a Soweto avevano cominciato a colpirla mentre stava giocando con i suoi compagni. Lebohang ha detto che tre ragazzini delle scuole elementari l’avevano attaccata ‘senza motivo’, mentre gli insegnanti erano assenti.
Gli episodi di bullismo sono sempre piú preoccupanti anche per l'età delle persone coinvolte.
L'età si abbassa sempre più. I bambini delle elementari non sono immuni da questo fenomeno.
mercoledì 19 febbraio 2014
Il boomerang del cyber bullismo
Dopo uno degli ultimi ed incresciosi episodi apparsi in rete con ripresa dal cellulare da parte degli spettatori, questo osservatorio ritiene necessario di avvalersi come figura necessaria alla decodificazione dei messaggi di un Avvocato Criminologo di Roma: Marlis Molinari.
A breve un suo articolo sull'effetto boomerang del cyber bullismo.
Marisa Aloia
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