domenica 18 maggio 2008

Ora che ho confessato, posso tornare a casa?”

“Ora che ho confessato, posso tornare a casa?” Con queste parole uno degli assassini della piccola Lorena Cultraro di Niscemi ha lasciato sbigottiti i Carabinieri ed il Magistrato durante l’interrogatorio, che ha portato alla convalida del fermo per i tre minorenni.
A quel punto il Gip avrebbe sbottato:
“Ma lo capisci che hai confessato un’omicidio? Ma dove vuoi andare?”

Vorrei condividere con voi un pensiero!
Può un ragazzo non rendersi conto del fatto che dopo un atto così criminoso qulae un omocidio, non provare sentimenti di vergogna, sensi di colpa o latro?
Ed ancora i suoi genitori dove sono stati fino ad oggi?
Hanno forse cresciuto e convissuto con uno sconosciuto?

La punizione così depennata dall'educazione familiare può essere depennata anche dal sistema giudiziario?

Si legge: i tre minorenni hanno raccontato ai magistrati di aver dato appuntamento a Lorena nel pomeriggio del 30 aprile. La ragazza li aveva informati che poteva essere incinta, che “aveva un ritardo”, e che il padre era uno di loro e per questo motivo doveva prendersi le proprie responsabilità.
Responsabilità che i tre ragazzi non avevano alcuna intenzione di prendersi.

Vorrei invitarvi a riflettere sul "senso di responsabilità"