martedì 18 marzo 2014

MARCOVALERIO CERVELLINI da FB ci in forma che:

Il maggiore Giorgio Istrali dei Carabinieri di Rovigo è tornato tra i banchi di scuola a parlare ai ragazzi delle scuole medie di bullismo e di tutte le sue deviazioni. Gli incontri che l’istituto comprensivo di Villadose sta organizzando sono a stretto contatto con le forze dell’ordine. L’ultimo episodio alla ribalta della cronaca risale a poco più di un mese fa: una quattordicenne padovana si è gettata dal tetto di un albergo abbandonato. Dietro il terribile gesto uno stato di profonda prostrazione, aggravato dagli insulti e dagli incoraggiamenti a chiudere con la vita che la ragazzina aveva ricevuto sui social network famosi tra gli adolescenti. La Procura di Padova ha aperto un'inchiesta per istigazione al suicidio. Intanto gli adulti s'interrogano sui nuovi orchi che si annidano dietro gli schermi di computer e cellulari: chi sono? E, soprattutto, come annullarne le potenzialità distruttive?E' dimostrato che la scuola è l'ambiente dove più facilmente si originano o addirittura si verificano i casi di violenza fisica o psicologica che hanno per protagonisti i ragazzi, sia come vittime che come aggressori, e per mezzo principale la rete. Perciò la scuola deve occupare la prima linea sul fronte dell'azione di prevenzione.Anche sull'onda di vari episodi che lo hanno recentemente riguardato, l'Ic di Villadose si sta impegnando per educare i propri alunni all'uso consapevole e responsabile della tecnologia telematica. A tal fine si fa coadiuvare dai rappresentanti delle forze dell'ordine, che intervengono nei plessi e spiegano ai ragazzi quali sono i pericoli della rete e come neutralizzarli.In questi giorni è toccato alla scuola media “Dante Alighieri” di San Martino ospitare l'intervento del comandante della compagnia dei carabinieri di Rovigo, il maggiore Giorgio Istrali, che ha trattato diffusamente l'argomento.
Egli è partito dall'identikit del bullo tradizionale, attivo nello spazio fisico, per passare poi a definire i contorni del cyber-bullo e di altre squallide figure che agiscono protette dall'anonimato della rete: estorsori, frodatori informatici, hacker e pedofili. Ha insistito soprattutto su come non cadere nella loro trappola: nel caso del bullo, cyber e non, chiedendo aiuto agli adulti, esprimendo apertamente la propria disapprovazione, rifiutando di prendere parte alle sue azioni e includendo la vittima nel proprio gruppo, allo scopo di proteggerla; negli altri casi dotandosi di un buon antivirus, difendendo con cura la privacy e l'intimità e, in generale, adoperando il buonsenso nella navigazione. Il maggiore Istrali ha anche smentito alcuni luoghi comuni: per esempio che il bullismo sia una ragazzata e che faccia parte della crescita o, addirittura, che la colpa sia delle vittime, incapaci di difendersi. Invece è un reato, punito anche con pene severe e pesanti risarcimenti, a seconda dei danni provocati alla vittima.
Questa grave ripercussione sull'esistenza propria e dei genitori di trasgressori minorenni ha profondamente colpito i ragazzi, che hanno rivolto domande di chiarimento.

Nessun commento: